fuori
Il numero è un modo per distinguersi e per riconoscersi.
Erano tutti lì, fuori, e fuori dal mondo non si poteva capire.
Ma loro erano ancora fuori, e non dovevano spiegare nulla.
Chi sarebbe dovuto arrivare sarebbe arrivato alla sua ora e avrebbe capito che fuori non c’era nulla da spiegare, e dentro era già tutto chiaro.
Da fuori non c’era proprio nulla da spiegare, anche se si ostinavano a credere che accodarsi a un numero li avrebbe fatti più belli o più ricchi o più colti, ma non avevano capito nulla, perché erano rimasti fuori da quel numero che avevano fatto solo ingigantire e più loro crescevano fuori, più il numero diventava grande, e loro non potevano capire quanto bello era dentro, loro che avevano lo spazio intorno, crescendo curiosi senza neppure capire di cosa.
Sentivano l’interesse, l’attrazione, ma non capivano perché, perché da fuori non c’era proprio niente da capire, mentre dentro era tutto chiaro perché c’era, e sarebbe sempre stato chiaro anche quello che c’era fuori: un caos che non si poteva addomesticare, se non temporaneamente, perché era pura energia senza uno scopo alcuno, che si riproduceva senza uno scopo alcuno e loro continuavano a muoversi per darsi vita, per non fermarsi, nel cielo immobile.
La neve, il ghiaccio, che scende leggero e frena gli entusiasmi finché poi non riparte forse a un certo punto.