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Guida: le migliori piattaforme per vendere foto online

Sei un fotografo professionista o amatoriale? Puoi monetizzare il tuo lavoro vendendo foto attraverso numerose image banks

Internet ha creato nuove possibilità per chi è appassionato di fotografia. Che si tratti di fotografi professionisti a tempo pieno o di fotografi amatoriali che intendono monetizzare la propria passione, vendere foto online può garantire un’ottima fonte extra di guadagno – il famigerato passive income.

Esistono numerose piattaforme tramite cui vendere le proprie opere per vari scopi editoriali. Le piattaforme sono delle image banks, ossia dei marketplace nei quali gli acquirenti (da piccoli blogger a grandi editori o agenzie pubblicitarie internazionali) scelgono le foto più adatte alla loro comunicazione.

Oltre a queste piattaforme, è anche possibile vendere foto direttamente sul proprio sito web.

Le principali piattaforme per vendere foto online

Molte delle piattaforme sono solo in lingua inglese.

Una volta creato un account, è necessario cercare il link relativo alla vendita di immagini (ad es. Sell your Photos o Become a Contributor).

Alcune piattaforme, oltre alle immagini fotografiche, consentono anche la vendita di video e altri formati di arte digitale. Ovviamente sulle stesse piattaforme è anche possibile acquistare foto e alcune offrono anche immagini utilizzabili gratuitamente con licenza Creative Commons.

Come funzionano i prezzi delle foto vendute online?

Il prezzo varia a seconda della dimensione e dell’utilizzo (web, stampa) oltre che al tipo di diritto concesso (esclusivo o meno).

La stessa foto quindi può avere prezzi differenti sulla stessa piattaforma. In alcuni casi è possibile stabilire un prezzo direttamente ma generalmente sono le image bank a stabilirlo.

Vendere foto attraverso il proprio sito personale

E’ sempre possibile vendere direttamente tramite il proprio sito personale, attivando un ecommerce. A tal proposito vi sono diverse piattaforme e plugin appositi. Un fotografo infatti oltre ad avere un sito vetrina, può attivare un catalogo, presentando i propri lavori per accordarsi sull’acquisto, o un’ecommerce, consentendo il download automatico in seguito a pagamento del corrispettivo. Qui alcune fra le principali piattaforme.

Se hai bisogno di un sito web professionale per vendere le tue foto, puoi contattarmi, sono lieto i mettere a disposizione la mia esperienza in merito.

I requisiti principali per vendere foto online

Non tutte le foto possono essere vendute, ma è necessario che rispondano a determinate caratteristiche stabilite dalle varie piattaforme. Qui alcune delle principali:

  • E’ fondamentale categorizzare bene le proprie opere inserendo titoli e tag appropriati che consentano una facile ricerca. Non bisogna esagerare perché il cosiddetto keyword stuffing (già noto agli esperti di SEO) ossia l’aggiunta di parole non pertinenti, non è consentito e può portare al ban dell’opera o dell’intero account se ripetuto. E’ la parte più noiosa ma anche la più importante: se una foto non è associata alle parole che gli acquirenti cercano, sarà difficile o impossibile da trovare (e vendere). Le piattaforme forniscono esempi su come categorizzare e taggare i propri lavori.
  • Quasi sempre le foto sono valutate da esperti prima della pubblicazione.
  • Le foto devono essere generalmente di alta qualità, di grande dimensione e alta risoluzione (dunque evitare rumore eccessivo, postproduzione eccessiva, ritagli fatti male, rifrazioni e altri problemi di natura ottica). E’ inoltre preferibile che le foto contengano i dati exif (metadata con dettagli sullo scatto). E’ possibile mantenere i dati exif anche in seguito a postproduzione ma in alcuni casi vengono meno, ad esempio quando si sovrappongono foto per un’elaborazione HDR.
  • Alcune piattaforme prediligono immagini professionali ma poco creative o artistiche.
  • Evitare di inserire watermarks (nome o sito dell’autore sulla foto). In seguito all’approvazione e pubblicazione nel marketplace, generalmente le piattaforme aggiungono direttamente dei watermarks alle anteprime per evitare che le immagini vengano salvate e utilizzate abusivamente.
  • Se sono presenti individui è necessario avere un’autorizzazione scritta. Le piattaforme normalmente forniscono dei formulari da compilare. In assnza di tale autorizzazione in alcuni casi è possibile vendere foto con individui o brand purché effettuate in luoghi pubblici, ma solo per uso editoriale. Attenzione anche alle opere d’arte (ad esempio quadri, sculture, etc.) soprattutto se riprese in musei o esposizioni, poiché le stesse sono normalmente protette da diritto d’autore.
  • Ovviamente le foto devono essere di proprietà dell’autore.
  • Alcune piattaforme richiedono l’esclusiva, altre no dunque è possibile inserire la stessa foto su varie piattaforme.

Pubblicare foto per utilizzo gratuito con licenza Creative Commons per farsi conoscere

E’ un’ottima strategia per i fotografi emergenti. A tale scopo si segnalano due piattaforme principali:

Vendi stampe delle tue foto in vari formati e supporti

Oltre a vendere i diritti d’uso della tua immagine, puoi anche vendere una stampa di alta qualità delle tue foto, incorniciata o meno, su carta, tela e altro materiale. Qui alcuni servizi leader:

  • ImageKind – Vendita di stampe fotografiche su vari supporti (tela, carta lucida od opaca) con o senza cornice.
  • Shutterfly di TinyPrints – vendita di stampe fotografiche online anche su t-shirt, felpe, tazze e altri supporti.
  • Fotomoto – integrare uno box per la vendita direttamente sul proprio sito web aggiungendo semplicemente uno snippet di codice alle proprie pagine.

La lista non è esaustiva, e un capitolo a parte merita il mondo NFT che riguarda la vendita di diritti d’autore su opere digitali, verificata tramite blockchain.

Se hai altri suggerimenti circa piattaforme per la vendita di fotografie, lasciali pure fra i commenti e in bocca al lupo per le vendite dei lavori!

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EU GDPR e fotografia di strada

Salviamo la Fotografia di Strada dal GDPR dell’UE!

Il GDPR (General Data Protection Regulation), entrato in vigore il 25 maggio 2018, può rappresentare la fine della street photography. La tua immagine da sogno di quella ragazza nel campo di girasoli è una “raccolta e condivisione di dati personali ” agli occhi di un responsabile della protezione dei dati e degli euroburocrati. Molti elementi della tua foto sono dati personali: il suo viso, la posizione, l’ora e la data e tutto ciò che è legato alla sua identità.

La conseguenza legale: devi fornire una sorta di giustificazione per scattare quella foto e per metterla sul tuo hard disk o – peggio – per condividerlo su Instagram o altrove. Se sei un professionista, hai una liberatoria per il modello. Se sei solo un amico, la foto è fuori dal campo di applicazione del GDPR (si tratta di “attività personali o domestiche”). Ma un appassionato di fotografia siede a disagio a metà del guado.

La #fotografia di strada diventa soprattutto un incubo legale. Non puoi ottenere il consenso prima di scattare perché questo di solito distruggerebbe il momento. Secondo la nuova legge europea sulla protezione dei dati, non ti è permesso di richiederlo dopo. Se sei il fotografo di un evento, potresti obiettare che fotografare i visitatori in una conferenza è “necessario ai fini degli interessi legittimi” (articolo 6 lettera f del GDPR). Non hai bisogno di consenso quindi, ma ci sono sempre dei rischi.

Puoi scattare un elegante uomo d’affari per la strada? Non più. E certamente non puoi farlo quando un bambino è nella tua foto.

Certo, prima c’erano le leggi per la fotografia. La Germania ha una legge per la fotografia che risale al 1907 (!), Quando il Bundesrepublik era ancora un “Kaiserreich”: il Kunsturhebergesetz. Potresti essere condannato se hai diffuso immagini di persone senza il loro consenso. È una reazione ai primi paparazzi del mondo: due fotografi avevano scattato una foto al defunto Otto von Bismarck sul letto di morte.

Nel corso degli anni, i nostri tribunali hanno trovato un equilibrio accettabile tra i diritti alla privacy e la libertà di fotografia. Molto recentemente, la Corte costituzionale tedesca ha anche stabilito che la fotografia di strada è protetta dalla costituzione perché è “arte”!

Quel giusto equilibrio ora è a rischio con il GDPR. La natura di un regolamento dell’UE è brutale e implacabile (come molte delle castronerie che piovono dalle stanze del potere burocratico): queste leggi entrano in vigore in tutti i paesi e i tribunali devono ignorare tutte le leggi nazionali che contravvengono.

millenium bridge, london, uk

C’è qualche speranza però: alcuni avvocati sostengono che la buona vecchia legge del 1907 persiste nonostante il GDPR. Citano l’arte. 85, una disposizione che tratta “Elaborazione e libertà di espressione e informazione”. In sostanza, si chiede agli Stati membri “di conciliare il diritto alla protezione dei dati personali ai sensi del presente regolamento con il diritto alla libertà di espressione e di informazione”, anche per “espressione artistica”, leggi fotografia di strada.

La situazione attuale è tragica: la Germania dovrebbe accogliere la fotografia di strada. Anche se potrebbe non essere il luogo di nascita della fotografia di strada, almeno un tedesco ha sviluppato lo strumento per alcuni dei più famosi fotografi: le fotocamere Leica!

L’UE ha tradizionalmente avuto un ruolo nella protezione dei dati. Non c’è da stupirsi che sia stato un tedesco dei Verdi a spingere per il GDPR…

Non una sorpresa considerando che la Germania non consente nemmeno le utilissime riprese di Google Street View , a differenza di altri paesi. Manteniamo i privacy-freaks lontani dal processo decisionale. La loro ossessione per la privacy sta uccidendo l’arte e la libertà di espressione e di affari.

E’ urgente avviare una campagna di disobbedienza civile contro le mostruose regolamentazioni e la burocrazia dell’UE che stanno colpendo, in particolare, cittadini, professionisti e piccole e medie imprese, ora gravate da costi e procedure supplementari con rischi di multe milionarie. Nessuno ha mai sentito il bisogno di applicare tali regole alla foto di strada, quindi ora c’è una petizione per chiedere una sanatoria a queste regole da matti imposte a tutti i cittadini europei.


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