design

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Nello sviluppo della produzione, nel corso degli anni, la maggior parte delle fasi di progettazione potrebbe essere evitata. Sono solo maquillage, fondamentalmente inutili.

I cambiamenti non necessari, se adottati in una certa misura, determinano o danno forma alle tendenze estetiche della moda. I cambiamenti necessari, invece, si riferiscono alle tendenze pratiche del settore e, su una scala di conoscenza più elevata – quando sono considerati rivoluzionari – ai paradigmi.

Per essere efficaci, i cambiamenti – necessari o meno – devono essere adottati. Forzarli (ad esempio per legge), senza un grado di adozione spontaneo e rilevante, non garantirà la loro sopravvivenza quando l’imposizione finirà.

Le tendenze più efficaci e durature (sia estetiche che sostanziali) vengono adottate inconsciamente dalla maggioranza degli adottanti, per imitazione di leader culturali alias agitatori (indipendenti) o evangelisti (orientati al cliente) o per replica di massa a scopo di accettazione.

La costante corsa al profitto che alimenta l’ingiusto processo di accumulazione determinato e accolto dal capitalismo (un’ideologia politica come tutti i modelli economici) è il motore principale dei cambiamenti del design – non necessariamente un’evoluzione -, in particolare di quelli superficiali, noti come stili.

Le fasi del design sono la prova dell’obsolescenza programmata – tecnica o estetica – spesso sostenuta da leggi che in teoria hanno lo scopo opposto.

Il profitto è un cattivo profeta.