La rivoluzione del digital marketing a zero-click, e come adeguarsi per non scomparire

Zero click marketing by digital channel, 2024.


Ricordi quando le tue strategie di acquisizione via canali digitali si concentravano prevalentemente nella generazione di traffico per il tuo sito web?
La situazione sta cambiando rapidamente.

Dopo aver analizzato le recenti tendenze osservate nelle principali piattaforme digitali di tutto il mondo, Rand Fishkin (SparkToro, ex Moz) e altri leader del settore del marketing digitale hanno avvertito i marketer di adattare le loro strategie e di abbandonare la pressione di generare traffico dal sito web. Stiamo entrando, infatti, nella cosiddetta era del marketing zero-click (non confondere zero click con un attacco che tramite alcune piattaforme approfittando di una vulnerabilità).

Guarda queste recenti tendenze del marketing digitale

  • YouTube è oggi di fatto il secondo motore di ricerca più grande al mondo.
  • Oltre il 75% delle ricerche su Google si concludeva senza alcun clic (già nel 2020) e la piattaforma sta cambiando velocemente, offrendo immediatamente estratti di siti web e risposte generate dall’intelligenza artificiale in cima alla SERP (pagina dei risultati del motore di ricerca), per le quali gli utenti non hanno nemmeno più bisogno di vagliare i risultati e cliccare su uno o più siti web. Di conseguenza, anche la SEO deve adattarsi – ricordatelo ai digital cosi, attempati venditori di fumo digitale sempre più a corto di quattrini che ancora propongono soluzioni valide appena nei primi 2000.
  • LinkedIn e Facebook: gli algoritmi favoriscono i contenuti nativi e penalizzano i link diretti a pagine web esterne, non è una novità.
  • Instagram e TikTok: video-first – le due piattaforme ormai si somigliano avendo Instagram rinunciato alla sua iniziale e tanto amata vocazione per le foto per inseguire il concorrente cinese che domina il mercato nonostante i boicottaggi occidentali con l’avallo della politica. Non è consentito cliccare alcunché al di fuori della descrizione del profilo, che viene spesso ignorata visto che i contenuti si fruiscono principalmente nel feed utente e non in quello del canale (ricorda che non è possibile inserire link nella descrizione di foto o video, e la menzione link-in-bio oltre che desueta e poco efficace, rischia di penalizzare le visualizzazioni).
Zero click marketing by digital channel, 2024.

Zero click marketing per canale digitale. Fonte: SparkToro, 2024: SparkToro, 2024.

Crescenti sfide di attribuzione dei canali

  • I browser senza cookie, a causa delle crescenti preoccupazioni sulla privacy e delle normative, limitano i dati degli utenti.
  • La condivisione di link tramite chat private, individuali o di gruppo (WhatsApp, Telegram, Signal, Discord e altri), rende difficile, se non impossibile, il tracciamento, rendendo i dati analitici e i KPI inaffidabili e, spesso, fuorvianti.
  • I modelli di attribuzione last-touch sono obsoleti e, nella maggior parte dei casi, inaffidabili.

Cosa fare per essere efficaci in un mondo di marketing a click zero?

Ripensa la tua strategia. Non si tratta più di click, ma di attenzione.

  1. Vai dove si trova il tuo pubblico: YouTube, LinkedIn, TikTok, Instagram.
  2. Collabora con influencer/creatori su podcast e piattaforme sociali.
  3. Crea contenuti coinvolgenti, stimolanti e nativi che valgano la pena di essere condivisi per ogni piattaforma, anziché limitarti a postare un link.
  4. Non dimenticare di coltivare la tua lista di email, un canale di proprietà primario.
  5. Continua a costruire un marchio memorabile e affidabile.

In poche parole: smetti di inseguire i click e inizia a catturare l’attenzione sulle piattaforme che contano. Adatta subito la tua strategia di marketing o rischi di rimanere indietro.

Anche le aziende con una presenza limitata sulle piattaforme di social media devono ricordare che il loro obiettivo di marketing è raggiungere il pubblico.

Qualsiasi azienda parla alle persone, ovunque esse si trovino. E le persone sono sui social media, sia attraverso una presenza diretta sia indirettamente attraverso testimonianze, recensioni e passaparola condiviso sui canali digitali da privati, partner, stampa e influencer del settore. Pertanto, il traffico verso i loro siti web è la conseguenza di una positiva e crescente notorietà del marchio piuttosto che di una sequela di post che includono solo noiose call-to-action e link diretti al web che, se consentiti dalle piattaforme, vengono comunque penalizzati dagli algoritmi.

L’evoluzione delle piattaforme social

Lo scopo delle piattaforme social è quello di trattenere gli utenti, anziché farli uscire verso siti web esterni (a meno che queste uscite vengano compensate da click pubblicitari aka campagne PPC). Le piattaforme social sono avide del nostro tempo: più tempo spendiamo, più spazi pubblicitari avranno modo di vendere (impressions). Va tenuto a mente che oggi, più che definirle social, le piattaforme social (Instagram, TikTok, YouTube, LinkedIn, Facebook, Threads, X, etc.) sono più che altro delle piattaforme di contenuti (come Netflix) con elementi social (reazioni, commenti, condivisione). Su queste piattaforme, ciascun utente è un potenziale creator (o re-creator) e coloro che generano contenuti più efficaci a trattenere gli utenti, vengono premiati con maggiore visibilità. Dunque, occorre minimizzare i clicks della user journey, possibilmente consentendo all’utente di raggiungere l’obiettivo che ci siamo preposti direttamente nella piattaforma di prima acquisizione, dove oltretutto, se ciò che proponiamo è valido, si hanno maggiori opportunità che la visibilità (reach) venga moltiplicata grazie alle azioni dell’utente che ci legge. Il coinvolgimento dell’utente (engagement) è quanto più conta, ed è imprescindibile per misurare il successo dei nostri contenuti e incrementare ulteriormente la loro visibilità organica (social reach). Dobbiamo sempre creare con l’obiettivo di incentivare reazioni come like, commenti a cui possiamo, e dobbiamo, rispondere immediatamente, repost a un’audience presumibilmente qualificata, avvalorata dal fatto che il consiglio venga da una persona e non un brand).

Per quanto riguarda i clic a pagamento, le aziende con una scarsa notorietà del marchio devono ancora migliorare il loro tasso di clic, dimostrando che è più saggio spostare gli investimenti di marketing verso strategie inbound organiche efficaci.