World Food Day 2021: lo stato del sistema alimentare nel mondo

UN World Food Day

Sabato 16 ottobre 2021 si celebra la giornata mondiale dell’alimentazione. Ecco alcuni aggiornamenti sulle principali problematiche inerenti i sistemi alimentari a livello globale

L’UN Food Systems Summit, tenutosi durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York il 23 settembre, ha fissato per la trasformazione dei sistemi alimentari globali per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile entro il 2030. L’impatto della produzione alimentare globale sulle emissioni globali è stato in costante aumento e si prevede che i nostri sistemi alimentari saranno responsabili del 60% delle emissioni entro il 2050. Qui potete leggere 9 modi per cui gli attuali sistemi alimentari non funzionano per l’umanità e per il pianeta.

Se ti stai chiedendo quanto le tue abitudini alimentari stiano contribuendo alle emissioni globali, ecco due risorse che puoi usare per calcolare la tua impronta alimentare. La Commissione Europea JRC ha creato EDGAR-FOOD, un inventario delle emissioni globali di gas serra dai sistemi alimentari. Il nostro mondo in dati produce infografiche sull’emissione di CO2 di ogni singolo cibo che mangiamo.

In questo speciale la BBC va in profondità su come tagliare le emissioni di carbonio del nostro cibo, rispondendo anche all’enigma se mangiare cibo importato o mangiare carne sia più carbon intensive. Dal punto di vista dell’impronta di carbonio, è meglio consumare prodotti animali che sono locali e di stagione, o asparagi e fagiolini che arrivano in aereo da un altro continente?

Recentemente l’Economist ha ampiamente coperto come il cambiamento climatico sta alterando dove cresce parte del nostro cibo. Per esempio, la Russia sta ora coltivando soia in terre che prima erano improduttive ed è ora il più grande produttore di grano del mondo e globalmente dal 1949, la coltivazione di colture come il vino e il riso si sta spostando verso nord.

Un rapporto pubblicato dal think-thank francese IDDRI mostra come l’agricoltura agro-ecologica – che sono pratiche rispettose dell’ambiente, come ad esempio l’agricoltura biologica – può ridurre le emissioni di gas serra in agricoltura fino al 47%, contribuendo a mantenere il riscaldamento globale sotto i 2°C.

C’è un ampio consenso sul fatto che l’agricoltura animale è ad alta intensità di carbonio, essendo responsabile di circa il 14% delle emissioni globali di gas serra – le proteine animali coltivate in laboratorio possono quindi risolvere i nostri problemi? Ci sono molte scuole di pensiero su questo e nel frattempo negli Stati Uniti una start-up è destinata a fornire salmone di qualità sushi a base di cellule entro la fine di quest’anno.

Ma il nostro cibo non contribuisce solo al problema delle emissioni di carbonio. A livello globale più della metà del cibo che mangiamo è coltivato e raccolto da donne, perpetrando problemi di uguaglianza di genere come un tasso di istruzione inferiore nelle ragazze e la mancanza di condizioni di lavoro decenti: Il 15 ottobre è la giornata internazionale delle donne rurali.

Recentemente alcuni scienziati hanno iniziato a sviluppare alimenti che contribuiscono a invertire il cambiamento climatico: il mangime per il bestiame a base di alghe marine che riducono il metano è destinato a migliorare le prospettive delle emissioni dell’industria della carne.

Tuttavia, una delle innovazioni agricole più promettenti senza porre problemi di etica animale è l’allevamento verticale. La Food and Agricolture Organization (FAO) fa presente che circa il 14% del cibo mondiale si perde durante il trasporto, e la questione è destinata a peggiorare con lo spostamento della popolazione dalle zone rurali a quelle urbane. L’agricoltura verticale usa meno terra e riduce le emissioni causate dall’aratura dei campi, dal diserbo, dalla raccolta e dal trasporto del prodotto finale, poiché non c’è bisogno di arare, diserbare, raccogliere i campi, né di trasportare la merce.


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