handwriting

PostPlex

L’espressione a volte sembra triste, eppure rimane bella, artificiosa, maturando presto, poi illuminandosi in un sorriso, guidando il resto dei tuoi lineamenti.

Quegli occhi, per esempio: così mutevoli, eppure sempre espressivi, attenti, curiosi, profondi, che nascondono malamente tali doni a uno sguardo attento. Era solo questione di iniziare.

Una volta messo in moto, anche lentamente, anche con passi falsi, il percorso si è dispiegato, non così male, dopo tutto.

E c’era tenerezza nel vedere quelle parole prendere forma, dopo così tanti anni, dopo aver dimenticato ciò che si poteva ancora sentire.

Qualcosa di nuovo, eppure portava gli ingranaggi di una vecchia macchina, lasciata da parte così a lungo che era stata quasi dimenticata.

Nuove parole venivano setacciate, una per una, echeggiando, costanti, o quasi.

Come un tempo, anche se ora più lentamente, forse rovinato da una mano ostinata e goffa, da una scrittura incerta che richiedeva attenzione, forse il prezzo dell’età o di tecnologie obsolete, un tempo impensabili, ora implacabili.