esistenza

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Che vuoi che mi ricordi chi ero io dieci o vent’anni fa. Era impossibile determinare chi fossi allora, immaginiamolo adesso. Impossibile. Perché si cambia ogni giorno. 

Ogni giorno si è una persona diversa. Si mantiene il ricordo delle esperienze che sono sedimentate nel nostro modo di essere e che ci portano a vivere, liberamente. Eppure, tra tutte queste parole sono poche quelle davvero importanti: chi ero davvero io, chi lo ricorda? 

Non ricordo chi era il me stesso di ieri e oggi sono già un’altra persona e non sarò neppure la stessa domani, perché dopo la notte cambia sempre qualcosa. Il cervello crea nuove connessioni se glielo lasci fare, se lo ammaestri a crearle. E così ci si lascia sorprendere ogni giorno dalla novità, che poi è effimera, perché è tutto nella testa. 

Tutto quello che non pensiamo, non esiste. Tutto quello che non vediamo, non esiste. Quello che non sappiamo, non esiste. 

Il prima e il dopo non esistono. Il presente sfugge. Siamo una non-esistenza, come il piacere, effimero, fugage, che lascia la sua scia ma non è una scia di piacere ma di nostalgia, e porta con sè l’ebbrezza di quello che è stato, l’eco di un flash immediato, istantaneo, già svanito.